lunedì 30 agosto 2010

Domenica in famiglia...

Oggi è già lunedì, e sono ormai 25 giorni che sono arrivato in Brasile, e pian piano mi sto ambientando come nuovo cittadino a tempo determinato...

Ieri abbiamo fatto un pranzo a casa di Nega (la ragazza che ha fatto il progetto nel 2004 e nel 2006 con noi, lei insegna danza afro-brasiliana ed è stata a fare un corso anche nel nostro gruppo di afrodanza Uongai, vi ricordate).
Ore è fidanzata con uno svizzero, e hanno costruito casa a Porto de Lagoa: è molto bella, e c'è anche l'orto!

A pranzo c'era anche Adriana con le due figlie minori, una loro amichetta e un ragazzo sardo che è sposato con una ragazza brasiliana, con le loro due figlie.
Insomma sembrava di stare in famiglia, anche perché quando Daniele parlava italiano, aveva l'accento tipicamente sardo che mi ricorda sempre i miei parenti in Sardegna...

Ovviamente il pranzo era a base di churrasco e cerveja, intervallata da caipirinha e verdura colta dall'orto.
E' stato un bellissimo pomeriggio (che è durato fino alle 18) perché si respirava aria di casa.
Poi la figlia di Daniele (che ha un anno a settembre) mi ha ricordato un po' il gigetto di Vincenzo: fagli due armonici da parte mia!!!

Per sentirsi a casa basta poco: è più una cosa dentro alla nostra testa.
A volte lasciamo troppo spazio al nostro pensiero, che ci fa immaginare le cose anche più complicate di quello che poi sono nella realtà dei fatti.
Bisognerebbe bilanciare il potere della mente e del corpo: ma del resto sono anni che se ne parla in molti ambiti scientifici e artistici, e la soluzione matematica ancora non si è trovata, e forse mai si troverà.

Quel che sarà, sarà...

giovedì 26 agosto 2010

Italia/Brasile allo specchio

Ieri stavo pensando alle differenze che ci sono tra l'Italia e il Brasile.
Sottolineo il fatto che secondo me le differenze sono fonti di energia: non a casa la corrente elettrica si produce contrastando due poli, uno positivo e uno negativo, e non a caso anche gli altri tipi di energia, si producono attraverso dislivelli (idrica), resistenze (eolica)...

Quindi, dopo queste premesse necessarie per esplicitare il mio punto di vista rispetto alle differenze, eccomi qua a descrivervi cosa c'è di diverso:

Autobus: chi è già stato qui lo sa, ma soprattutto per chi non c'è stato c'è da sapere una cosa sugli autobus brasiliani: vanno a tutta birra, e i conducenti sono come guidatori di Formula 1!
Cominciare la giornata prendendo un autobus significa:
- sviluppare la propria muscolatura restando attaccato a un appiglio sull'autobus per non finire a terra, o contro qualcuno;
- combattere le patologie di paura verso il prossimo, visto che sugli autobus il prossimo è molto prossimo, e con tutte le accelerazioni e curve che fanno gli autobus, ci si incontra parecchio;
- testare la temperatura e il grado di sudorazione delle varie persone che ti sono vicine (tu compreso), attraverso il contatto.
A parte questo c'è da dire che sono quasi sempre puntuali, e cosa più importante, quando sei alla fermata, si mettono tutti in fila per salire!

Universtià: sono organizzate molto bene, e ogni settimana ci sono attività e convegni, oltre che a seminari, tenuti sia da professionisti, che da studenti ricercatori che possono usare gli spazi universitari per sviluppare la loro ricerca.
Non c'è bisogno di fare paragoni con l'Italia...

Studenti universitari: va bene che sto frequentando il master e il dottorato (quindi livelli di istruzione alti), ma in Italia non ho mai incontrato una così alta percentuale di studenti interessati realmente al lavoro e preparati sugli argomenti.
Una cosa che mi ha fatto pensare, è che la prima cosa che ti chiedono quando ti conoscono, è "In Italia quale è la tua ricerca?", già, quale è?
Ovviamente non rispondo che in Italia per fare teatro, nella maggior parte dei casi fai lavori che non c'entrano con l'arte per mantenerti (cameriere, commesso, ecc.) oppure ti sommergi di progetti e fai fatica a ricercare realemente...
Rispondo con una mezza verità, ossia dico che faccio ricerca vocale, che è vero, anche se quest'anno ho avuto veramente poco tempo per farlo, con tutti i laboratori che dovevo portare avanti, e l'organizzazione dell'associazione...

Ricerca/Pesquisa: stare qui in Brasile, con i tempi molto rallentati rispetto agli ultimi mesi in Italia, mi fa capire l'importanza di questa parola, che ormai era dimenticata, o comunque lasciata in secondo piano.
Purtroppo è una fortuna potersi permettersi di ricercare, perché nessuno ti paga per farlo: per esempio, questi 5 mesi che starò in Brasile, non prenderò una lira (e neanche un euro) e dovrò cercare di guadagnare qualcosa attraverso i seminari che farò per pagarmi affitto, vitto e trasporti vari, fermo restando il fatto che il biglietto aereo (la spese più grossa) me la sono comunque accollata io.
Ma va bene, forse è l'ultima volta che me lo posso permettere, e allora l'ho fatto, ed era forse anche il momento giusto con il T.I.L.T., perché c'è un gruppo di cui mi fido, compatto, che sta lavorando molto bene insieme.

E comunque sono sempre in contatto con l'Italia (ora sto facendo una riunione via Skype con il tavolo di Oltre la siepe!), e tengo sempre i contatti con le persone che orbitano intorno al teatro.
Sono qua, ma sono anche là, anche se non sono assolutamente onnisciente...

Un abbraccio a distanza ma vicino,
Max.

martedì 24 agosto 2010

Il tempo vola...

Un altro fine settimana è già passato ed è cominciata anche questa settimana molto piena!

Il fine settimana l'ho passato facendo il leone di venerdì sera (sono uscito con un vecchio amico: Asdrubal, che mi ha portato al Blue Velvet, un localino piccolo ma mooolto bello, dove facevano musica elettronica, però fatta dal vivo da dj molto bravi che "suonavano" e non mettevano su cd e basta!): non riporto le birre bevute, ma mi ci sono voluti sia sabato che domenica per ritornare in forma.

Domenica sono stato in spiaggia, a studiare un po' di libri che devo poi riportare nelle discussioni a lezione...è stato rilassante, anche se alle 4 di pomeriggio era già un freddo boia!

Oggi è cominciato la rassegna "Fazendo Genero" (vedi link): devo partecipare ai convegni che fanno parte del percorso di studi, ma devo dire che è stato molto interessante.
Poi ho visto una performance, comica, sulla figura di Ofelia, e mi è venuta in mente Rosa: saresti adattissima a fare una cosa del genere, l'attrice era molto brava!

Poi ho dovuto prendere due autobus (la rassegna è nell'altra università, l'UFSC, più distante): insomma, sono arrivato da poco a casa e domani è un'altra giornatina piena.
Devo dire che però non mi dispiace, altrimenti passo troppo tempo con me stesso, che va bene, ma non troppo!

Ora vi saluto che devo fare due progetti entro stanotte da spedire per un laboratorio che dovrò fare a ottobre: mi hanno appena scritto che aspettano il materiale...argh!
Sono troppo efficienti!!!

Até logo, boa noite!

mercoledì 18 agosto 2010

Primo giorno di scuola (ufficiale)

Ieri è stato il primo giorno di scuola ufficiale per me.
La settimana scorsa erano già cominciate le lezioni, ma il seminario di Lehmann al quale abbiamo partecipato non poteva essere classificato come "primo giorno di scuola" per i seguenti motivi:
  1. il primo giorno di scuola vedi chi sono i tuoi compagni di classe;
  2. il primo giorno di scuola, soprattutto se sei l'ultimo arrivato, sei la matricola;
  3. il primo giorno di scuola te la fai sotto per qualsiasi cosa ti accada nel raggio di un km.
Quindi il seminario non era stato proprio un primo giorno di scuola, visto che c'erano anche altre persone che partecipavano al seminario, e che quindi ero uno in mezzo al mucchio...

Ieri invece è stata la prima vera lezione a stretto contatto con i miei compagni di corso.

Tecnica de composiçao do corpo cenico (con Milton de Andrade).
Non siamo in tanti, ma la lezione è molto interessante: si parla molto oltre ad ascoltare quello che ci dice il docente: è così che fanno in Brasile, anche se le lezioni sono teoriche, si interagisce col professore e con gli altri compagni.
Si parla di intenzionalità, sia in psicologia che in teatro, si parla di iconografia e di iconofagia: il corpo che mangia e viene mangiato dalle immagini (molto collegato con i lavori visti al festival Acqua di Terra/Terra di Luna...).

Investigaçao cenicas: discursos e técnicas de treinamento (con Maria Brigida de
Miranda)
Qui siamo di più (la disciplina fa parte del mestrado e non del doutorado) e la docente mi fa subito andare a prendere il caffè perché sono l'ultimo arrivato...
Niente di che, porto un tutto il cabaret e mi dicono che manderanno sempre me visto il servizio: noi italiani ci facciamo sempre riconoscere!
A parte questo, mi devo presentare davanti alla classe, io e un'altra ragazza, perché siamo mancati alla prima lezione che era il 3 agosto (ero ancora in Italia...).
Con un po' di difficoltà, più dovuta alla mia emotività che alla lingua mi presento: è fatta!
Col cavolo!
Adesso dobbiamo parlare 3 minuti a testa, ogni alunno, sugli argomenti di lettura: Focault e le teorie della disciplina...aaaargh!!!
Devo dire che alla fine non è stato male, a parte il fatto che tutte quelle ore a sentire parlare solo portoghese (che ormai capisco tranquillamente, ma fatico comunque a tenere l'attenzione per così tanto), e i miei minuti sono passati tranquillamente.
Pausa e poi di nuovo a discutere sugli argomenti della giornata.

Ho anche conosciuto una ragazza (o meglio una signora) che è stata in Italia e ha conosciuto Roberto Laneri (uno dei maestri di canto armonico che ho messo in bibliografia nella mia tesi) e Tran Quang Hai: è piccolo il mondo.

A cena sono stato da Adriana, l'ex-moglie di Ju, dove c'erano anche le sue figlie.
Ho chiaccherato tutta la sera in italiano: eh, si, perché Adriana fa la traduttrice, e visto che con Ju hanno abitato molti anni in Italia, parla benissimo: così ho rilassato un po' il cervello...

Ora sono in quella via di mezzo dove penso e prendo ancora appunti in italiano, e poi devo tradurre quello che penso in portoghese per farmi capire.
Prima o poi arriverò a pensare in portoghese, me lo auguro...

E stamattina: pulizie di casa!
Eh, si, la casa non è grandissima, ma meglio tenerla costantemente in ordine, se non è un delirio!

Ora vado a studiare un po', visto che i libri sono tutti in portoghese, oppure in inglese...

Até à proxima!

lunedì 16 agosto 2010

Secondo fine settimana (filosofischiettando...)

Oggi è lunedì 16 agosto, ed è il primo ferragosto che passo in Brasile.

In ordine sono stato a Florianopolis nei seguenti mesi:
- novembre 2004;
- settembre 2005;
- ottobre 2008.
Escludendo il viaggio fatto con Giovanni e Cristian a capodanno del 2008, gli altri periodi sono sempre stato almeno un mese.
Sono sempre stato qui per dei progetti teatrali tra T.I.L.T. e Andras Cia de Dança Teatro, in collaborazione con il Centro de Artes dell'Università di Santa Caterina.

Ma è la prima volta che sto così tanto: c-i-n-q-u-e m-e-s-i !
Sono tantini, ed è la prima volta che ci vengo da solo: sono solo io.
Solo in casa, solo negli spostamenti e solo quando non sono con gli altri (che scoperta!)...

Non è facile, no, soprattutto per una persona come me che, come molti sanno, è molto riservata e fa fatica a fare "l'italiano medio" che chiama e fa feste ogni momento.
Inoltre qui a Florianopolis non è che siano così "brasiliani medi": se tu non li chiami, loro non ti chiamano...

Ma a parte questo va tutto bene: mi sto riposando, sto camminando tantissimo, e sono anche dimagrito: alla fine camminando almeno un'ora al giorno il mio metabolismo mi fa bruciare di tutto!

Per esempio sabato e domenica sono andato verso la spiaggia a piedi (chi è già stato qui sa quanto dista Lagoa dalle prime spiagge), ma era un bel freddo (sta tirando vento dal sud: gelato) e quindi una volta arrivato, o fatto dietro front e sono tornato indietro: risultato una bella camminata di più di un'ora!

Venerdì sera, invece, sono andato a mangiare la pizza con Ju e le sue bambine: bambine, una ormai fa già l'Università, va bene che qua ci vanno praticamente prima dei 18 anni, ma cavolo: il tempo passa...
Alla fine mi sono divertito: ho fatto molte chiacchere con Ju, e le sue figlie (le altre due sono più piccole): sono molto carine.
Me le ricordo ancora piccolissime quando abitavano a Casalfiumanese...

Eh, già, perché Ju l'ho conosciuto in Italia, che faceva il dottorato al DAMS di Bologna: laureato in psicologia, facevo un dottorato in danza, ed è danzando che l'ho conosciuto.
Giuliana ce lo ha fatto conoscere e ci ha fatto fare dei seminari con lui (grazie Giuliana, grazie anche per questo!).
Il suo lavoro è molto interessante, e da quando lo conosco si è sempre sviluppato e trasformato: lui guarda sempre avanti, è uno dei suoi pregi, ed ora è direttore del Dipartimento di Arti Sceniche dell'Università dello Stato di Santa Caterina.

Questa è in breve la storia che ci ha fatto incontrare.
Incredibile come alcuni incontri ti cambino la vita, te la devastino in senso positivo (o negativo), ma in linea di massima ti trasformano.

Ho molto tempo per pensare: era da molto che non mi succedeva.
Un mese fa i miei pensieri erano come una piccola tromba d'aria intorno alla mia testa: erano tutti lì, presenti, ma non riuscivo a distinguerli, facevano solo rumore e confusione...
Ora piano piano si sta fermando, oppure io mi sto abituando a guardare meglio e ad ascoltare meglio: questo lo sapevo fare bene una volta.

Insomma, siamo solo agli inizi!
So che sono fortunato a potermi prendere questo tempo per me.
Non è facile, ma sono fortunato: e allora devo trasformare in positivo tutto quello che sto facendo, per portarlo come bagaglio quando tornerò in Italia.
E ovviamente sono grato a chi mi aiuta a fare quello che sto facendo: i compagni del T.I.L.T., gli amici, la famiglia...

Ritornerò: tutto torna, e sarà un nuovo viaggio.

giovedì 12 agosto 2010

Primi giorni di scuola...

Martedì ho cominciato le lezioni presso il PPGT del CEART dell'UDESC (che detto così sa di massoneria...).
Per chi vuole curiosare anche se è tutto in portoghese, può andare qui.

Dal momento che abito un po' fuori dalla zona universitaria, ho dovuto alzarmi all'alba per essere a lezione alle 8 di mattina, anche perché non amo neanche in Italia fare le cose di corsa (almeno in casa), e quindi ho bisogno di tempo per fare colazione, farmi la doccia, controllare la posta...
Insomma, mi sono svegliato alle 6 del mattino, e alle 7 sono uscito di casa per andare al terminale dell'autobus di Lagoa de Conceiçao, dove abito.
Mi piace farmela a piedi, anche se ci sarebbe l'autobus, così per stare in allenamento: sono circa 20/30 minuti a piedi, ma devo dire che da quando cammino ogni giorno 1/2 ore, sto molto meglio fisicamente.

Comunque arrivo martedì mattina alle 8 precise all'Università, e ritrovo alcune persone che avevo conosciuto gli anni passati, ma alcuni fanno fatica a ricordare, dicono che sono cambiato (?)...
Beh, un po' di barba in più, effettivamente, ce l'ho, visto che gli altri anni ero sempre più sbarbato, ma dire che sono cambiato molto...
A parte questo, saluto tutti e mi metto a sedere pronto per la mia prima lezione...teorica!
Eh, si, il dottorato è praticamente tutto teorico, e questa settimana abbiamo iniziato con un seminario di un ricercatore tedesco: Hans-Thies Lehmann che ha coniato il termine di Teatro post-drammatico.
Ammetto che è stato molto interessante, anche se 12 ore di seminario teorico (4 martedì mattina, 4 martedì pomeriggio e 4 mercoledì mattina) la prima settimana di permanenza in Brasile sono un po' impegnative!
Comunque è stato interessante e stimolante, e se qualcuno vuole saperne di più può andare qui.

Martedì, quindi, dopo essere tornato alle 19 circa a casa, mi sono addormentato alle 22: ho ancora il fuso italiano che mi fa svegliare bene la mattina ma mi spinge verso le braccia di Morfeo un po' prestino...
Mercoledì stessa cosa: sveglia alle 6 e lezione teorica dalle 8 alle 12: poi ne ho approfittato per le cose burocratiche: ho preso il mio numero di matricola e mi sono registrato alla biblioteca e alla sala computer dell'Università.

Ora ci sono altre piccole ma importanti cose che devo fare:
- andare alla Polizia Federale per portare il documento di entrata (per il visto è necessario darlo nella città dove arrivi con l'aereo);
- andare in banca a prelevare un po' di soldi (l'affitto mi costa 500 reais al mese, che non è tanto per l'Italia, ma è caro per il Brasile: sono circa 250 euro al mese per un appartamento con cucina/sala da pranzo, camera da letto, bagno con mini-lavandino wc e doccia);
- devo anche farmi un giro per trovare una bicicletta, visto che una macchina o una moto sono un po' costose, e comunque anche girare a piedi non mi dispiace, finché non diluvierà...

Oggi vado alla Polizia Federale, e in banca ci andrò domani.
Devo anche studiare il libri (in portoghese) per le prossime lezioni...ai!
E poi devo fare i progetti per il TILT: ricerca finanziamenti, organizzazione, ecc. che faccio da qui tramite internet.
E meno male che posso contare su una squadra di TILTiani che sono operativi in Italia!
Ne approfitto per dirvi: GRAZIE!
Penso sia un momento di verifica per capire cosa è il TILT, e come potrà andare avanti in futuro, senza avere un cordone ombelicale troppo stretto con me: l'unione fa la forza!

Tornando al Brasile, anche ieri sera sono tornato a casa e non sono uscito: nel pomeriggio mi sono fatto un po' di chilometri a piedi per fare delle commissioni ed ero un po' cotto.

Devo dire anche che essere da solo, in un paese straniero, non è sempre facile.
Non dico per la comunicazione che ormai non mi preoccupa (più o meno mi faccio capire e capisco), ma perché per una persona riservata come me (come lo sono anche in Italia), non è semplice inserirsi nel tessuto sociale, anche perché non mi va di farlo in modo invadente.
E quindi anche a scuola saluto tutti ma non mi aggrego molto facilmente: penso che ogni cosa abbia bisogno del suo tempo.
In fondo quello che posso fare qui, è vivere secondo un tempo più umano, senza fretta (almeno per i primi tempi), cercando di avere più tempo per pensare e per fare altre cose.

Un modo per ricaricarsi, dopo un anno passato a correre dietro alle cose, a cercare di tenere saldi i rapporti con le persone nonostante le difficoltà: punto e a capo.
Ora si ricomincia: praticamente da zero.
Ogni tanto mi fa paura, ma penso che sarà una cosa buona.

Un saluto a tutti,
Massimiliano.

lunedì 9 agosto 2010

Diario del primo fine settimana

Il primo fine settimana è passato tranquillamente senza troppi problemi.

Oggi è lunedì e domani inizieranno le lezioni del dottorato, dalle 8 del mattino, quindi ho approfittato di questi giorni per dormire e recuperare il fuso orario e la stanchezza accumulata in questi mesi in Italia.
I due corsi che posso seguire come "alunno speciale", sono entrambi il martedì: il primo dalle 8 alle 12 e il secondo dalle 14 alle 18: tour de force.
La cosa positiva è che gli altri giorni ce li ho liberi, per studiare e per fare le mie cose.

Per esempio il 21-22-23 di agosto viaggerò per Joinville dove terrò un seminario sul canto armonico in collaborazione col SESC e la Cia. Experimentus Teatrais: sono quasi 200 km da Florianopolis, ma qui è come dire che vado dietro l'angolo...

Dopo le 11 ore di sonno del venerdì notte, sono carico per il fine settimana, e dopo un sabato pomeriggio passato a casa di Paula e Greice a conoscere la figlia di Paula (Maria Flor è bellissima, e buffissima: sarà sicuramente una clown eccezzionale!) io, Greice e altri amici andiamo a bere una birra e poi ci infiliamo in un piccolo locale a Lagoa dove fanno musica dal vivo.

Il bello di Florianopolis è che ti senti a casa, non sembra neanche di essere straniero.
Prima di tutto perché ci sono tantissimi studenti stranieri che fanno scambi univeristari, e poi perché puoi trovare tutte le gradazioni di pelle, dal bianco al nero, e quindi tu sei solo uno fra tanti, nel bene e nel male.
E rispetto al nord c'è anche meno criminalità e violenza, quindi puoi girare tranquillo la notte senza rischiare nulla.

Insomma, sabato ci siamo dati alle danze, mentre domenica sono andato a vedere uno spettacolo e mezzo, nel senso che uno l'ho visto intero (alle 15), mentre l'altro l'ho visto solo per metà perché erano uno da una parte e l'altro dall'altra della città.

Il primo spettacolo, "O menino do dedo verde", è uno spettacolo della Cia. Experimentus (la compagnia con cui collaborerò), ed è uno spettacolo tratto dal romanzo omonimo di Maurice Druon.
La storia parla di questo bambino "diverso" che ha un dono: il pollice verde.
Con i fiori riesce a sconfiggere la guerra e l'infelicità.
Quando si accorge, però, che non può fare nulla per evitare la morte agli umani, costruisce una scala di fiori e piante che arriva fino alle nuvole e poi vola in cielo: in realtà era un angelo.
La storia ricorda un po' quella de "Il piccolo principe", altra storia per ragazzi che però continua ad emozionare anche in età adulta.

Il secondo spettacolo era invece uno spettacolo di teatro/circo di strada con Greice e la sua nuova collega Lia, con la regia di Debora (che fa parte della Traço cia. de Teatro, il gruppo dove c'è anche Paula).
Purtroppo ho visto solo gli ultimi minuti, perché sono arrivato lungo dal primo spettacolo, ma a fine mese potrò rivederlo e magari ve lo racconto...

Dopo avere bevuto un caffè con Barbara e Roberto (la coppia che è venuta in Italia due anni fa, e che ospitammo prima io e poi Erika) e altri amici, stavo tornando a casa quando ho conosciuto un Italiano, Daniele, che da 15 anni viaggia il mondo: Spagna, Cuba, Brasile...
Mi ha riconosciuto quasi al volo (nel senso che i padroni di casa dove abito, visto che è mio vicino di casa, gli avevano detto che c'era un altro italiano), dicendo: "sei italiano?".
Ci siamo andati a prendere una cosa al bar, abbiamo fatto un po' di chiacchere e poi ce ne siamo tornati a casa.

Come ogni domenica sera che si rispetti, anche a casa, mi sono guardato un film sul computer, e poi me ne sono andato a domire.
Per cena stavolta mi sono spinto un po' oltre, e ho fatto un piatto unico con riso, carne, zucchine, carote e cipolla: non era male, ma devo ancora lavorare sulle quantità, visto che me ne è rimasto anche per il giorno seguente.

Oggi è lunedì, e ne approfitterò per andare a fare un po' di giri di assestamento organizzativo: tessera dell'autobus, capire se riesco a prendermi una bicicletta (anche se qua è un po' difficile girare in bici visti i saliscendi delle strade), e cambiare un po' di soldi, visto che i primi 500 reais se ne sono andati solo per l'affitto...
Devo dire che i prezzi si sono alzati rispetto agli anni passati, e oltretutto l'euro ha perso valore: da 3,1 del 2004 è passato a 2,2!

Ora mi metto un po' a studiare il programma del dottorato, e poi uscirò a fare i miei giri.
Speriamo che il sole rimanga altro nel cielo...

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nelle prossime puntate:
- primo giorno di dottorato
- flash back 2: visto
- varie ed eventuali...ah no, non è l'ordine del giorno delle riunioni di T.I.L.T.!

domenica 8 agosto 2010

Flash back 1: dottorato

Quando ho deciso di andare a fare un periodo di studio/aggiornamento/lavoro in Brasile, non avrei mai immaginato la trafila burocratica alla quale sarei andato incontro per potere avere un visto: è la prima volta che mi capitava...

Tutto è cominciato dalla decisione di andare via per un po' dall'Italia per ricaricarmi e aggiornarmi: il nostro è un lavoro nel quale se non ci si aggiorna si rischia di ricadere nei soliti schemi lavorativi, e allora anche un lavoro artistico si trasforma in una routine noiosissima.

Visto che sono riuscito dopo anni di finanziamenti a fondo perduto a laurearmi alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e in specifico al DAMS (Dottore in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), non contento ho deciso di continuare, o meglio di approfondire, i miei studi in Brasile, presso l'Università dello Stato di Santa Catarina, dove con il T.I.L.T. è già dal 2004 che stiamo collaborando con Milton De Andrade, coreografo e regista con cui abbiamo cominciato a lavorare nel 1998 a Imola grazie a Giuliana che ce lo ha fatto conoscere, e che ora è il direttore del dipartimento di teatro del CEART (Centro de Artes).

Tornando a noi, o meglio a me, dal momento che da un paio di anni hanno avviato un dottorato presso questa università, ho deciso di informarmi e capire bene se potevo partecipare.
Quale gioia e sorpresa quando mi hanno detto che la laurea dell'Università di Bologna non è riconosciuta perché non ci sono le convenzioni (presenti invece con l'Università di Firenze)...alla fine è sempre questione di burocratica!
Per fortuna potevo comunque accedere come "Alunno Speciale" (che detto così fa un po' strano), ma qui mi dicono che è normale, perché anche i brasiliani fanno fatica a prenderli al dottorato (un po' come in Italia...).

Felice di avere trovato una soluzione, mi informo su cosa devo avere per accedere al corso, e sembra tutto molto semplice, fino a quando non si arriva alla questione "Visto"...

Il Visto, no, non l'avevo considerato.
Gli italiani come turisti possono stare in Brasile fino a 6 mesi, e quindi non pensavo mi servisse, visto che io sto 5 mesi, ma per avere la certificazione di frequenza al dottorato come alunno speciale, ho bisogno del visto, e in specifico del VISTO PER STUDENTI.

Contatto subito il Consolato del Brasile, e scopro che ce ne sono due: uno a Roma e uno a Milano.
Io devo andare a Milano, visto che l'Emilia Romagna rientra in quello come giurisdizione, e quindi scrivo subito per informarmi su cosa devo presentare.
La lista sembra abbastanza lunga, e soprattutto complicata, ma mai avrei immaginato a cosa sarei andato incontro...

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nelle prossime puntate:
- flash back 2: visto
- diario del primo fine settimana
- comprare uno straccio per il bagno e uno straccio da pulire a terra...acc! mi sbaglio sempre, questa non è la lista della spesa!

sabato 7 agosto 2010

Arrivo a destinazione...

...Bologna-Parigi-San Paolo-Florianopolis...

Il viaggio non è sembrato neanche eccessivamente lungo, e visto il sonno arretrato che avevo accumulato i giorni prima di partire, me la sono dormita quasi tutta la durata del viaggio...
A parte questo sono partito il 5 agosto da Bologna in una giornata che poteva essere quasi primaverile o autunnale: pioggia e temperatura di 15 gradi.

Devo dire che i problemi sono continuati ad andare avanti fino all'ultimo: oltre ad alcune cose che mi sono dimenticato a casa (chiavetta del computer, ad esempio, che il buon caro e vecchio amico Luca mi sta spedendo via internet in formati zippati), ho dovuto lasciare anche delle cose a casa per via del peso della valigia, che anche se stai via per 5 mesi, non può tassativamente superare i 32 Kg (pagando un sovrapprezzo di 100 euro sul biglietto ovviamente), e sul biglietto non ci sta scritto nulla (certo sul sito della compagnia aerea, se lo traduci bene, si evince il peso massimo, ma non è del tutto chiaro, comunque: la legge non ammette l'ignoranza - allora in Italia siamo fregati! - e quindi ho dovuto lasciare a casa scarpe e altre cose varie): alla fine la mia valigia pesava...32 Kg esatti!

Dopo questa ultima sferzata di stress, che si assommava agli ultimi carichi da novanta del festival e di un anno non proprio leggero, sono finalmente partito per Parigi.Qui mi sono trovato davanti a uno degli aeroporti più grandi d'Europa, e per arrivare al terminale in cui avrei preso il secondo aereo ho preso un autobus e una metro, ma alla fine eccomi pronto a partire per la seconda tappa.

Devo notare, con simpatia, che la differenza tra Air France (volo da Bologna a Parigi) e TAM (volo da Parigi a San Paolo) si nota, sia dalla fisionomia delle hostess e degli stewart, che dalla parlata: non ho nulla contro i francesi, ma preferisco quella portoghese (anche se per certe cose si assomigliano, e in uno degli ultimi esami che ho dato al DAMS, di francese, a volte mi sbagliavo e ci infilavo dentro anche del portoghese...), per non parlare del cibo, non facilmente identificabile e di gusti discutibili (dal mio punto di vista) sul primo volo, mentre sul secondo ho divorato tutto dei due pasti distribuiti.

Dopo alcune ore di sonno (poche contando che si andava contro il tempo: ho fatto il conto che, essendo partiti alle ore 23 da Parigi, ed essendo arrivati alle ore 4 a San Paolo, anche se l'orario del paese in cui siamo partiti segnava le 14, ovvero 5 ore in più del Brasile, io comunque ho dormito solo 3/4 ore, considerando che ho guardato due film - Sherlock Holmes e la Sposa Cadavere - e considerando che devo togliere 5 ore... insomma, dopo svariati tentativi di calcolare quanto avevo dormito per decidere se ritenermi soddisfatto del mio riposo, ho desistito e ho deciso di contare sul corpo e non sul cervello, ormai fuso...), dicevo dopo alcune ore di sonno e di film, sono arrivato a San Paolo, quasi un'ora prima dell'arrivo previsto, recuperato abbondantemente in fila per i documenti da presentare alla dogana...Ma a parte questo, la cosa più importante (visto i precedenti viaggi) è che la valigia c'èra, lì ad aspettarmi, e quindi ero già felice.

A questo punto devo rifare il check in, e cerco la fila per il terminale della TAM, che trovo quasi spaventandomi visto che è un biscione bello lungo, ma dopo le file a trafile fatte per i documenti da recuperare per il visto, non ho più paura di niente!Mi metto quindi in fila, perdendo comunque un paio di posizioni come in uno dei più emozionanti GP, a causa di una curva repentina e improvvisa nella fila: ovviamente solo noi stranieri siamo stati ingannati, mentre i brasiliani hanno seguito istintivamente l'andamento della fila-curva.Consegnato il bagaglio mi dirigo al Gate di imbarco, e dopo un po' di attesa, mi imbarco per Florianopolis sempre con la TAM, e sempre con loro, anche lo snack offerto, è sempre migliore della Air France (con tutto il rispetto per la nouvelle cousine...).

Già a San Paolo era freschino (15 gradi) ma a Florianopolis mi aspettano ben 12 gradi (e non sarebbe nulla se non si considera che le case in Brasile NON hanno il riscaldamento...).Arrivo quindi a Florianopolis, la mia valigia arriva (due volte su due, altro che Iberia - con tutto il rispetto per gli spagnoli), e in aeroporto Ju è lì che mi aspetta: dice che ho portato il sole, che era da un po' che non si vedeva!

Andiamo subito alla pousada che ho prenotato dall'Italia: è quella dove stavamo quando abbiamo fatto il progetto di scambio tra T.I.L.T. e Andras Cia (il gruppo di Ju) nel 2004: quanti ricordi a Lagoa de Conceição...Ju mi ha portato un piccolo termosifone elettrico che mi salverà nelle giornate più fredde, poi mi accompagna al supermercato per la prima spesa: pasta, pane, verdure, condimenti e altre cose di prima necessità (come il caffè!).

Saluto Ju che deve andare all'Università per alcuni incontri istituzionali (adesso è diventato il direttore del dipartimento di teatro al Centro de Artes dell'Università di Santa Catarina) e io ne approfitto per farmi un po' di passeggiate visto che c'è il sole e non so cosa mi aspetterà i prossimi giorni...

Poi torno a casa: non ho voglia di farmi il pranzo e mangio qualcosa al volo (si, ovviamente il mitico pão de queijo non può mancare, ma me lo mangio quasi tutto nel tragitto dal supermercato a casa mia.
Per la cena sono più propenso a farmi qualcosa, e mi cucino una bistecca con i pomodori (che sanno di pomodoro anche se acquistati al supermercato - senza nulla togliere ai supermercati italiani...).
Dopo cena vado a vedere uno spettacolo di danza: incontro alcuni ragazzi che ho conosciuto gli anni scorsi, e vedo Greice, che mi saluta e mi invita il giorno seguente a prendere un caffè a casa sua, dove vive con Paula e il suo compagno che hanno appena avuto una bambina: visto che non posso fare i miei armonici al figlio di Vincenzo ed Elena, mi scatenerò con la figlia di Paula!

Poi vado a letto, alle 22 come le galline, ma sono veramente cotto, e infatti la mattina seguente, mi sveglio solo alle 9 conseguendo un record di questi ultimi anni: 11 ore di sonno.

Forse ne avevo bisogno...

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nelle prossime puntate:
- flash back sulle trafile burocratiche per il visto;
- diario del mio primo fine settimana;
- Jack riuscirà a sposare Jane...ah no, questo non c'entra niente!