mercoledì 3 agosto 2011

Diario di viaggio: Roy Hart Theatre - ritorno

Una specie di sospensione, un limbo, una situazione sospesa molto strana: ecco quello che ho provato e che, parlando, provavano anche gli altri miei compagni...

Il lavoro a Malerargues è stato intenso e profondo, e ci ha lasciato un ricordo indelebile dentro: qualcosa che non può essere fermato con una fotografia o con un video, e forse neanche con delle parole scritte su un taccuino o su un blog.

Quello che abbiamo vissuto è stato qualcosa di molto intenso e molto illuminante, almeno per quel che mi riguarda: apprendere dai maestri dei propri maestri, andare alla fonte, vedere dove tutto è partito (almeno per quel che riguarda il mio percorso).

Anche l'ultima cena era in una situazione di sospensione: come sempre abbiamo cucinato insieme per condividere il cibo, e poi le ultime chiacchere prima di andare a dormire l'ultima notte nello chateau.

Kaya è venuta a salutarci, a scambiare le ultime parole prima della partenza, poi di nuovo parole e racconti fra di noi, e a letto.

Il mattino, presto, fresco, ultima colazione, ultimi saluti a chi va e a chi resta e poi ritorno.

PS: Pascale un giorno ci ha detto "non registrate le cose che facciamo, quello che deve rimanere, rimarrà nel vostro copro e nella vostra memoria", e così sarà.

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