mercoledì 3 agosto 2011

Diario di viaggio: Roy Hart Theatre - ritorno

Una specie di sospensione, un limbo, una situazione sospesa molto strana: ecco quello che ho provato e che, parlando, provavano anche gli altri miei compagni...

Il lavoro a Malerargues è stato intenso e profondo, e ci ha lasciato un ricordo indelebile dentro: qualcosa che non può essere fermato con una fotografia o con un video, e forse neanche con delle parole scritte su un taccuino o su un blog.

Quello che abbiamo vissuto è stato qualcosa di molto intenso e molto illuminante, almeno per quel che mi riguarda: apprendere dai maestri dei propri maestri, andare alla fonte, vedere dove tutto è partito (almeno per quel che riguarda il mio percorso).

Anche l'ultima cena era in una situazione di sospensione: come sempre abbiamo cucinato insieme per condividere il cibo, e poi le ultime chiacchere prima di andare a dormire l'ultima notte nello chateau.

Kaya è venuta a salutarci, a scambiare le ultime parole prima della partenza, poi di nuovo parole e racconti fra di noi, e a letto.

Il mattino, presto, fresco, ultima colazione, ultimi saluti a chi va e a chi resta e poi ritorno.

PS: Pascale un giorno ci ha detto "non registrate le cose che facciamo, quello che deve rimanere, rimarrà nel vostro copro e nella vostra memoria", e così sarà.

domenica 31 luglio 2011

Diario di viaggio: Roy Hart Theatre - giorno 6

Oggi è stato l'ultimo giorno di stage, ed è anche l'ultimo giorno di convivenza: domani partirò da Malerargues presto, per prendere un treno da Nimes che mi riporterà a casa, anche se qui mi sono veramente sentito a casa...

Sembra una di quelle frasi fatte che si dicono quando finisce una vacanza, e che quando facevo l'animatore turistico, tanto tempo fa, si dimenticava il giorno seguente; ma qui è vera, ci mancherà questa atmosfera, questo gruppo, questo luogo, anche se nel mio profondo so che resterà tutto dentro di me, nel mio bagaglio che mi porto dietro ogni giorno, ogni anno, e che è sempre più pieno ma sempre più leggero.

Stamattina abbiamo iniziato il riscaldamento con Pascale Ben: dopo esserci "accarezzati" per riscaldarci, passando da una gamba all'altra spostando il peso prima a destra e poi a sinistra, ci siamo sdraiati e abbiamo riscaldato il corpo e la voce molto dolcemente, immaginando di muovere solo alcune parti del corpo, specialmente le giunture: dita dei piedi, dita delle mani, caviglie, polsi, ginocchia, gomiti, giunture del femore, spalle, fino a muovere tutto il corpo e alzarsi in piedi dolcemente.

La seconda parte della mattinata abbiamo lavorato sempre con Pascale, mentre l'altro gruppo ha continuato con Kaya.
Con Pascale abbiamo lavorato sull'improvvisazione di un racconto, dal quale sono poi scaturiti alcuni suoni su cui ci siamo scaldati e abbiamo vocalizzato, poi è stato il momento del lavoro individuale di Yedda, sempre cercando di espandere la voce dal grave all'acuto.

Piccola parentesi: Yedda è una insegnante dell'Università di San Paolo, in Brasile, ma l'ho conosciuta a Florianopolis per caso a novembre/dicembre del 2010 perché faceva parte della commissione che esaminava i nuovi insegnanti di vocalità dell'UDESC: io mi ero prestato come cavia insieme ad altri studenti, e in quella occasione ho conosciuto Yedda, e ora la ritrovo qui...piccolo il mondo!

Anche ieri sera la cena è stata meravigliosa, e tutti insieme abbiamo cucinato e mangiato in giardino con gli insegnanti dei vari corsi, il tutto accompagnato come sempre da buon vino e tante chiacchere in tutte le lingue...

Oggi faremo l'ultima cena, e poi a casa.
Alcuni stanno già partendo, altri partiranno più tardi, altri come me partiranno domani mattina e altri invece rimarranno ancora, per una settimana o più: i corsi dureranno fino a settembre, poi Kaya si sposterà a Parigi, San Paolo e poi in Italia.
74 anni portati molto bene, e con una leggerezza incredibile.

Forse non sarà l'unico e più straordinario metodo vocale esistente, ma qui si sta bene, e chi vive qui gode di ottima salute e buon umore: forse qualche cosa di buono c'è!

sabato 30 luglio 2011

Diario di viaggio: Roy Hart Theatre - giorno 5

Oggi è sabato, e ormai siamo arrivati agli sgoccioli di questa magnifica esperienza.

L'energia che mettono Kaya e Pascale nel loro lavoro è incredibile, anche dopo il seminario, restano con noi a mangiare, parlare della loro esperienza, condividere: la generosità è grande.

Stamattina ci siamo riscaldati con Pascale, con esercizi sempre legati al corpo: la voce, il respiro e il corpo non sono mai separati.
Abbiamo fatto anche una serie di massaggi a coppia, per aiutare la voce ad appoggiarsi alla struttura del corpo: tutte cose che avevo già incontrato con Germana, e che ritrovo con piacere anche qui.

Devo dire che è difficile scrivere del lavoro che facciamo, e sinceramente mi sembra anche inutile: se non lo si fa dal vivo, non lo si può capire.
Ieri abbiamo visitato anche gli archivi del Roy Hart Theatre, e abbiamo sentito alcune registrazioni veramente interessanti.
Ma la cosa incredibile è che tutto questo era ricercato negli anni '60 e '70: erano incredibilmente avanti, rispetto all'epoca, e infatti a volte non erano compresi.

Oggi abbiamo visitato le tombe di Roy Hart e degli altri membri del gruppo che sono stati seppelliti qui: insieme fino alla fine...

Io, Yeda e Maria Vittoria (mie compagne di corso) abbiamo discusso a lungo rispetto al fatto che c'è poca ricerca a livello vocale (su questo tipo di lavoro ovviamente), e che spesso ci si improvvisa senza dare riferimenti a maestri e a gruppi: fortunatamente ho incontrato Germana Giannini, che oltre a guidarmi in questo universo sonoro, mi ha sempre indicato i suoi maestri, così che posso incontrarli direttamente dal vivo!

Spesso non si sa chi è Roy Hart, e il suo maestro Alfred Wolfsohn: il loro lavoro deve essere conosciuto, è troppo importante per chi lavora con la voce!

Ma eccoci qui, in attesa della cena, che questa sera sarà organizzata dagli svizzeri e dai francesi: oggi l'Italia riposa, e si limita a mangiare!

Roy Hart Theatre - giorno 4

Devo dire che è difficile scrivere di cose che si provano direttamente sul proprio corpo e sulla propria voce: gli stimoli ai quali siamo sottoposti in questo luogo di ricerca sono sempre tantissimi, sia durante lo stage che durante la convivenza all'interno dello chateau dove siamo ospitati.

Il 4° giorno di stage abbiamo lavorato con Pascale Ben dopo il consueto riscaldamento con Kaya Anderson: questa volta è stato molto dolce, con "rotolamenti" sul proprio corpo e sulle propria ossa per riscaldare lo strumento-voce.

Con Pascale abbiamo cominciato subito con alcuni esercizi di riscaldamento vocale sia verso il grave che verso l'acuto, e poi ha lavorato individualmente prima con una mia compagna, e poi con me: è stato meraviglioso, un viaggio all'interno di un universo di suoni che non conoscevo a fondo, anche se sono usciti da me...

Pascale ha un ascolto incredibile, e riesce a guidarti dove vuole, attraverso modalità dolci e senza costrizioni: attraverso l'immaginario, ti conduce in un mondo di suoni dove il nostro corpo diventa un tramite, un produttore di suoni incredibili.
Poi ci siamo cimentati con un canto russo (o almeno pareva dalle parole!).

E ovviamente la convivenza continua anche dopo lo stage della mattina, e possiamo parlare fra di noi e con le altre persone che stanno seguendo gli altri stage all'interno dello Chateau di Malerargues.

La cena è stata più tranquilla, e abbiamo semplicemente fatto una pasta saltata in padella, e ceci con cipolle e aglio sempre saltati in padella, oltre la frittata di spaghetti con gli avanzi del giorno prima...ah si, ovviamente vino, quello non manca mai!

Siamo stati anche a fare una gita su un trenino a vapore: molto bello, anche se in galleria ci siamo respirati tutto lo smog possibile e immaginabile che usciva dalla locomotiva...

Ormai siamo arrivati in fondo, ma di certo rimarrà tutto ben impresso nella memoria, o almeno quello che serve!

giovedì 28 luglio 2011

Roy Hart Theatre - giorno 3

Ok, è un dato di fatto: gli italiani all'estero, quando si ritrovano in piccoli gruppi, prendono possesso della cucina (ma questo non pare dispiacere agli altri...)!

Anche ieri abbiamo fatto cena comune con tutti i corsisti e chi si è voluto aggiungere: noi siamo in 12 che stiamo facendo il seminario "The Human Voice" con Kaya Anderson, poi ci sono i compagni di stanza, e i vicini di cucina...insomma, ormai siamo una comunità integrata di italiani, francesi, tedeschi, olandesi, americani, israeliani, svizzeri, spagnoli...ecc. ecc. ecc.

Oltre a questo, che riesce comunque a contribuire positivamente al periodo di permanenza al Roy Hart Theatre, il seminario è sempre più interessante, un po' perché come ho già detto ritrovo alcune cose imparate da Germana Giannini, un po' perché ho la possibilità di lavorare con dei "pezzi di storia" e un po' anche perché l'atmosfera che si respira è veramente magica.

Qui si incontrano ricercatori vocali, insegnanti di università da tutto il mondo, ma anche persone interessate e appassionate alla musica e al canto: ma nessuno si dà delle arie, e ognuno lavora con gli altri come se fossero tutti sullo stesso piano; anche i maestri hanno una disponibilità e una umanità fuori dall'ordinario.

Stamattina abbiamo scaldato il corpo per un'ora e mezza, solo con la respirazione, con piccoli movimenti delle braccia e del bacino, ponendo l'attenzione sulla percezione del proprio corpo dall'interno: la cosa più importante del lavoro, è proprio quella di non dimenticarsi mai del proprio corpo, nella sua totalità.

Dopo il riscaldamento e la pausa, abbiamo esplorato le possibilità del grave (tonalità e qualità vocale), alternandolo alla leggerezza: oggi il lavoro individuale è toccato a me, prima da solo, e poi in coppia con Gionata, un ragazzo di Pisa appassionato di musica e vocalità che in realtà fa il ricercatore universitario come agronomo...è stato molto interessante e stimolante il lavoro con lui, perché senza pensare ci siamo spinti a dei livelli che mentalmente sono difficili da raggiungere: toni gravi seguiti da toni alti, salendo e scendendo dalla scala, con la voce piena, di almeno due ottave.

Cantare con il corpo: tutto è più semplice se non si passa per il cervello, o almeno se non lo si riconosce come unico e ultimo dispensatore di intelligenza.

I prossimi giorni visiteremo anche gli archivi del Roy Hart, ma stasera ci aspetta un'altra cena a base di pasta al pesto e torta di albicocche: con l'arte, a volte, non si mangia, ma gli artisti qui, di certo non muoiono di fame!

mercoledì 27 luglio 2011

Roy Hart Theatre - giorno 2

Secondo giorno a Malerargues, e sempre più entusiasta!

Il gruppo si è già affiatato, soprattutto dopo la cena in cui noi italiani abbiamo preso possesso della cucina presentando il seguente menu:
-antipasto di formaggi e salumi;
- spaghetti alla matriciana;
- patate al forno;
- litri di vino rosso...

Si va comunque a letto presto, anche perché la mattina si comincia a lavorare alle 9, e io di solito mi alzo prima di tutti per farmi una doccia e la barba, prepararmi la colazione con calma e poi, se rimane tempo, controllare la posta e i messaggi (visto che qui il telefono prende solo in pochi e precisissimi punti...).

Questa mattina il seminario è cominciato con il solito riscaldamento del corpo (reni, scapole, e poi giunture e ossa senza dimenticare nessuna parte del corpo), per poi passare a una sessione di massaggi a coppia presi direttamente dal Giappone:
- allungamento della schiena posteriore bassa spingendo le ginocchia del compagno a terra;
- torsione del busto spingendo contemporaneamente ginocchio e coccige con le gambe da un lato;
- torsione del busto spingendo contemporaneamente ginocchio e spalla;
- torsione del busto spingendo contemporaneamente ginocchio e testa dal lato opposto.
Ovviamente prima da un lato e poi dall'altro.

Prima di questo abbiamo fatto un riscaldamento sempre sfregando le mani sul corpo del compagno, usando il peso del nostro corpo per fare aderire il suo corpo a terra, steso sul materassino.

Dopo la pausa abbiamo ripreso il riscaldamento a pianoforte, e poi il lavoro individuale.

Nel pomeriggio piccola parentesi turistica di due ore per visitare il giardino botanico di Lasalle, e poi siamo andati a cantare nella corale del centro diretta da Kaya Anderson: è stato molto bello, e ci siamo divertiti tantissimo a cantare un coro a quattro voci di origine Slava.

Per oggi è tutto, ora ci aspetta un'altra cena di gruppo, e vediamo come andrà a finire la serata...