giovedì 26 agosto 2010

Italia/Brasile allo specchio

Ieri stavo pensando alle differenze che ci sono tra l'Italia e il Brasile.
Sottolineo il fatto che secondo me le differenze sono fonti di energia: non a casa la corrente elettrica si produce contrastando due poli, uno positivo e uno negativo, e non a caso anche gli altri tipi di energia, si producono attraverso dislivelli (idrica), resistenze (eolica)...

Quindi, dopo queste premesse necessarie per esplicitare il mio punto di vista rispetto alle differenze, eccomi qua a descrivervi cosa c'è di diverso:

Autobus: chi è già stato qui lo sa, ma soprattutto per chi non c'è stato c'è da sapere una cosa sugli autobus brasiliani: vanno a tutta birra, e i conducenti sono come guidatori di Formula 1!
Cominciare la giornata prendendo un autobus significa:
- sviluppare la propria muscolatura restando attaccato a un appiglio sull'autobus per non finire a terra, o contro qualcuno;
- combattere le patologie di paura verso il prossimo, visto che sugli autobus il prossimo è molto prossimo, e con tutte le accelerazioni e curve che fanno gli autobus, ci si incontra parecchio;
- testare la temperatura e il grado di sudorazione delle varie persone che ti sono vicine (tu compreso), attraverso il contatto.
A parte questo c'è da dire che sono quasi sempre puntuali, e cosa più importante, quando sei alla fermata, si mettono tutti in fila per salire!

Universtià: sono organizzate molto bene, e ogni settimana ci sono attività e convegni, oltre che a seminari, tenuti sia da professionisti, che da studenti ricercatori che possono usare gli spazi universitari per sviluppare la loro ricerca.
Non c'è bisogno di fare paragoni con l'Italia...

Studenti universitari: va bene che sto frequentando il master e il dottorato (quindi livelli di istruzione alti), ma in Italia non ho mai incontrato una così alta percentuale di studenti interessati realmente al lavoro e preparati sugli argomenti.
Una cosa che mi ha fatto pensare, è che la prima cosa che ti chiedono quando ti conoscono, è "In Italia quale è la tua ricerca?", già, quale è?
Ovviamente non rispondo che in Italia per fare teatro, nella maggior parte dei casi fai lavori che non c'entrano con l'arte per mantenerti (cameriere, commesso, ecc.) oppure ti sommergi di progetti e fai fatica a ricercare realemente...
Rispondo con una mezza verità, ossia dico che faccio ricerca vocale, che è vero, anche se quest'anno ho avuto veramente poco tempo per farlo, con tutti i laboratori che dovevo portare avanti, e l'organizzazione dell'associazione...

Ricerca/Pesquisa: stare qui in Brasile, con i tempi molto rallentati rispetto agli ultimi mesi in Italia, mi fa capire l'importanza di questa parola, che ormai era dimenticata, o comunque lasciata in secondo piano.
Purtroppo è una fortuna potersi permettersi di ricercare, perché nessuno ti paga per farlo: per esempio, questi 5 mesi che starò in Brasile, non prenderò una lira (e neanche un euro) e dovrò cercare di guadagnare qualcosa attraverso i seminari che farò per pagarmi affitto, vitto e trasporti vari, fermo restando il fatto che il biglietto aereo (la spese più grossa) me la sono comunque accollata io.
Ma va bene, forse è l'ultima volta che me lo posso permettere, e allora l'ho fatto, ed era forse anche il momento giusto con il T.I.L.T., perché c'è un gruppo di cui mi fido, compatto, che sta lavorando molto bene insieme.

E comunque sono sempre in contatto con l'Italia (ora sto facendo una riunione via Skype con il tavolo di Oltre la siepe!), e tengo sempre i contatti con le persone che orbitano intorno al teatro.
Sono qua, ma sono anche là, anche se non sono assolutamente onnisciente...

Un abbraccio a distanza ma vicino,
Max.

Nessun commento:

Posta un commento