giovedì 12 agosto 2010

Primi giorni di scuola...

Martedì ho cominciato le lezioni presso il PPGT del CEART dell'UDESC (che detto così sa di massoneria...).
Per chi vuole curiosare anche se è tutto in portoghese, può andare qui.

Dal momento che abito un po' fuori dalla zona universitaria, ho dovuto alzarmi all'alba per essere a lezione alle 8 di mattina, anche perché non amo neanche in Italia fare le cose di corsa (almeno in casa), e quindi ho bisogno di tempo per fare colazione, farmi la doccia, controllare la posta...
Insomma, mi sono svegliato alle 6 del mattino, e alle 7 sono uscito di casa per andare al terminale dell'autobus di Lagoa de Conceiçao, dove abito.
Mi piace farmela a piedi, anche se ci sarebbe l'autobus, così per stare in allenamento: sono circa 20/30 minuti a piedi, ma devo dire che da quando cammino ogni giorno 1/2 ore, sto molto meglio fisicamente.

Comunque arrivo martedì mattina alle 8 precise all'Università, e ritrovo alcune persone che avevo conosciuto gli anni passati, ma alcuni fanno fatica a ricordare, dicono che sono cambiato (?)...
Beh, un po' di barba in più, effettivamente, ce l'ho, visto che gli altri anni ero sempre più sbarbato, ma dire che sono cambiato molto...
A parte questo, saluto tutti e mi metto a sedere pronto per la mia prima lezione...teorica!
Eh, si, il dottorato è praticamente tutto teorico, e questa settimana abbiamo iniziato con un seminario di un ricercatore tedesco: Hans-Thies Lehmann che ha coniato il termine di Teatro post-drammatico.
Ammetto che è stato molto interessante, anche se 12 ore di seminario teorico (4 martedì mattina, 4 martedì pomeriggio e 4 mercoledì mattina) la prima settimana di permanenza in Brasile sono un po' impegnative!
Comunque è stato interessante e stimolante, e se qualcuno vuole saperne di più può andare qui.

Martedì, quindi, dopo essere tornato alle 19 circa a casa, mi sono addormentato alle 22: ho ancora il fuso italiano che mi fa svegliare bene la mattina ma mi spinge verso le braccia di Morfeo un po' prestino...
Mercoledì stessa cosa: sveglia alle 6 e lezione teorica dalle 8 alle 12: poi ne ho approfittato per le cose burocratiche: ho preso il mio numero di matricola e mi sono registrato alla biblioteca e alla sala computer dell'Università.

Ora ci sono altre piccole ma importanti cose che devo fare:
- andare alla Polizia Federale per portare il documento di entrata (per il visto è necessario darlo nella città dove arrivi con l'aereo);
- andare in banca a prelevare un po' di soldi (l'affitto mi costa 500 reais al mese, che non è tanto per l'Italia, ma è caro per il Brasile: sono circa 250 euro al mese per un appartamento con cucina/sala da pranzo, camera da letto, bagno con mini-lavandino wc e doccia);
- devo anche farmi un giro per trovare una bicicletta, visto che una macchina o una moto sono un po' costose, e comunque anche girare a piedi non mi dispiace, finché non diluvierà...

Oggi vado alla Polizia Federale, e in banca ci andrò domani.
Devo anche studiare il libri (in portoghese) per le prossime lezioni...ai!
E poi devo fare i progetti per il TILT: ricerca finanziamenti, organizzazione, ecc. che faccio da qui tramite internet.
E meno male che posso contare su una squadra di TILTiani che sono operativi in Italia!
Ne approfitto per dirvi: GRAZIE!
Penso sia un momento di verifica per capire cosa è il TILT, e come potrà andare avanti in futuro, senza avere un cordone ombelicale troppo stretto con me: l'unione fa la forza!

Tornando al Brasile, anche ieri sera sono tornato a casa e non sono uscito: nel pomeriggio mi sono fatto un po' di chilometri a piedi per fare delle commissioni ed ero un po' cotto.

Devo dire anche che essere da solo, in un paese straniero, non è sempre facile.
Non dico per la comunicazione che ormai non mi preoccupa (più o meno mi faccio capire e capisco), ma perché per una persona riservata come me (come lo sono anche in Italia), non è semplice inserirsi nel tessuto sociale, anche perché non mi va di farlo in modo invadente.
E quindi anche a scuola saluto tutti ma non mi aggrego molto facilmente: penso che ogni cosa abbia bisogno del suo tempo.
In fondo quello che posso fare qui, è vivere secondo un tempo più umano, senza fretta (almeno per i primi tempi), cercando di avere più tempo per pensare e per fare altre cose.

Un modo per ricaricarsi, dopo un anno passato a correre dietro alle cose, a cercare di tenere saldi i rapporti con le persone nonostante le difficoltà: punto e a capo.
Ora si ricomincia: praticamente da zero.
Ogni tanto mi fa paura, ma penso che sarà una cosa buona.

Un saluto a tutti,
Massimiliano.

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